mercoledì 5 settembre 2007

Sunthorn Phu.

Sunthorn Phu (1786-1855).
Sunthorn Phu e’ il piu famoso e fra i piu’ grandi poeti della letteratura thailandese.
Un suo monumento si trova a Klaeng, nella provincia di Rayong, Fu costruito durante il governo di Plaek Piboonsongkram (aprile 1948 – settembre 1957). Vicino alla statua di Sunthorn Phu vi sono quelle di Naang Phime Samut o la Farfalla Volante (la donna gigante nel sunto presentato a parte del Phra Aphaimani) del tritone di tre altre figure del famoso poema.
Nel 1986 bicentenario, della sua nascita, in Thailandia si tennero grandi manifestazioni e fu emesso un francobollo commemorativo. Nello stesso anno, Sunthorn Phu, fu onorato dall’UNESCO: fu inserito nella lista dei piu’ grandi scrittori mondiali.
(Fuori testo: da ricordare che ci sano altri due poeti thai che hanno avuto questo onore: Sathearn Koset Phraya Anumarnrajjathon e Somdej Krom Pha Paramanuchitinoroj).
Sunthorn Phu nacque il 26 giugno 1786, in Bangkok, piu’ precisamente in Thonburi, vicino alla stazione ferroviaria di Bangkok Noi. Erano i primi anni del periodo Rattanakosin (Bangkok), e il regno era quello di Rama I. Per inquadrare il periodo storico basti pensare che diciannove anni prima c’era stata la distruzioni di Ayutthaya da parte dei birmani, che Bangkok era stata proclamata nuova capitale soltanto da quattro anni e che la prima parte del Grand Palace e di Wat Phra Kaeo era stata completata solo da un anno.
Non si sa con certezza quale sia il luogo di origine della madre, il piu’ probabile sembrerebbe Petchaburi, cio’ per il fatto che Sunthorn Phu scrisse una nirat dedicata a questa citta’, altre prove: niente! Forse troppo poco per un’affermazione del genere. Era figlia di un nipote di Rama I chiamato Wang Long. Suo padre era nativo di Muang Klaeng, una citta’ nella provincia di Rayong ed era un militare agli ordini di Wang Long.
Quando Sunthorn Phu ebbe due anni i genitori divorziarono. Suo padre torno’ al paese natale e si fece monaco, sua madre era ostetrica al Palazzo sul Retro, come era chiamato il palazzo del vicere’. Sunthorn Phu rimase con la madre, quindi a palazzo, la madre in seguito si risposo’.
Compi’ i suoi studi come molti giovani nobili del suo tempo in un wat, nel caso specifico Wat Cheepakhao, oggi conosciuto come Wat Susdaram. In seguito lascio’ la scuola e servi’ a palazzo come paggio, mostro’ tuttavia molto presto che quello non doveva essere il suo lavoro. Giovanissimo scrisse un lungo poema che lascio’ incompiuto, basato sulla storia di Kobutra, dove si vedono chiaramente i semi del futuro genio. Nella storia compare inoltre per la prima volta una delle caratteristiche che restera’ sempre presente in tutta la sua opera il perdono per il nemico.
Durante questo periodo si innamoro’ di una dama di palazzo che per quel tempo aveva idee ribelli. Il suo nome era Chan e fu la musa ispiratrice di diversi lavori successivi del poeta. Era contrario all’etica del periodo innamorarsi di una dama di palazzo cosi’ sia lui che lei furono imprigionati. Fu rilasciato nel 1806. Lascio’ Bangkok con due discepoli e si reco’ a visitare il padre che non vedeva da quando era bambino. Per strada scrisse la sua prima nirat “Nirat Muang Klaeng” in cui descrive il viaggio e dedica molte tenere strofe poetiche a Chan.
Sunthorn Phu pote’ restare col padre solo due mesi. Appena arrivato si ammalo’ gravemente, aveva un’alta febbre. Dovette tornare a Bangkok per curarsi. Li si riprese in breve tempo. A malattia terminata si sposo’ con Chan ed ebbe un figlio che chiamo’ Pat.
Il matrimonio duro’ poco tempo. Lui era un forte bevitore, inoltre, nonostante l’amore per Chan che si puo’ riscontrare nei suoi versi, aveva diverse mogli minori. Tuttavia a differenza della pratica aristocratica del momento che era portata alla poligamia egli viveva con una sola donna per volta e non ha mai rimproverato nessuna di loro per il fatto che non voleva vivere insieme con le altre. Nella sua principale opera gli stessi due fratelli, Phra Aphaimani e Srisuwan, hanno un comportamento completamente diverso rispetto al matrimonio, ma questo verra’ esaminato da altra parte. Basti qui dire che quanto detto potrebbe spingerci al punto di asserire che il poeta precorreva i tempi, aveva idee moderne, nel senso di attuali. La sola donna malvagia che il poeta abbia dipinto nelle sue storie e’ Mora nel Chanthakorop (vedi il sunto in “Miti e storie thailandesi”).
Alcool e donne causavano comunque notevoli problemi e frequenti liti fra i due. Alla fine lei lo lascio’ per un altro uomo. Il nome della donna rimase, comunque, nella storia della letteratura thailandese attraverso i suoi versi.
La vita di Sunthorn Phu non fu sempre facile. Cio’ fu dovuto principalmente al fatto cher non riusciva a rinunciare all’alcool, tuttavia il suo genio era evidente. Si fece un nome a corte come poeta dagli eccezionali meriti.
All’eta’ di 21 anni accompagno’ uno dei giovani principi al santuario di Phra Buddha Bat e scrisse la bellissima “Nirat Phra Bat” in cui descrive le sue esperienze di viaggio e racconta i problemi che c’erano stati fra lui e la moglie.
Sia in “Nirat Muang Klaeng” che in “Nirat Phra Bat” introduce altri due dei suoi maggiori temi: l’impermanenza delle cose e l’inconsistenza degli uomini e delle donne. Su questi punti ritornera’ piu’ volte anche cambiando punti di vista.
Nel 1809 re Rama I muore e re Rama II succede al trono. Il nuovo re era a sua volta un poeta di genio e vide in Sunthorn Phu un’abilita’ eccezionale. Appena ascese al trono diede al giovane poeta una posizione a corte. Ogni volta che scriveva il suo Ramakien consultava il poeta che sempre aveva una risposta pronta. Alla fine lo elevo’ a Khun Sunthorn Voharn, gli diede una casa a Ta Chang, vicino al Grand Palace, Rama II lo volle vicino per averlo a disposizione nei momenti in cui scriveva.
Il re aveva due regine, due mogli maggiori che si potrebbero paragonare alle eroine della sua storia epica l’Inao, Butsatsa e Chintara. Si crede che queste fosse la maggior fonte del suo dispiacere. Si pensa che fu Sunthorn Phu a consigliare al re di scrivere il “Kraithong” per dare sfogo al suo dilemma.
E’ questo un periodo felice per Sunthorn Phu nel 1816 scrive Laksanawong, piu’ tardi il Singhakraiphop.
Ma il desiderio della bottiglia era forte. Un giorno mentre era ubriaco ebbe una discussione con la madre, intervenne uno zio e in una collutazione Sunthorn Phu feri’ lo zio gravemente. Il fatto fu riportato al re che ne fu profondamente dispiaciuto ed ordino’ che quell’uomo senza regole fosse posto in prigione.
La prigione fu una benedizione! Qui concepi’ l’idea di scrivere un lungo romanzo sulle avventure di due fratelli in un mondo pieno di fascino magico, di incantesi, di strane creature. Una storia moderna per il primo periodo di Rattanakosin. L’immaginazione di Sunthorn Phu volo’ lontano, si spinse ai confini del regno della fantasia. I personaggi del suo romanzo possedevano differenti abilita’ come suonare uno strumento musicale, richiamare la pioggia e il vento, costruire dall’erba una nave, la magia nera, cavalcare un drago, ecc… I ruoli dei caratteri femminili erano al di fuori di ogni regola: le donne fino ad allora relegate a un ruolo secondario assumevano dei ruoli principali: Suwanmali e Laweng guidavano gli eserciti alla battaglia, Vali giocava un importante ruolo nel pianificare la guerra. Tutto questo era senza precedenti nella letteratura thailandese: era nato il Phra Aphaimani!
Rimase in prigione breve tempo. Il re gli concesse il pieno perdono e lo volle di nuovo al suo servizio. Come letterato era troppo utile a re Rama II. Di nuovo Suthorn Phu divenne il favorito, l’istruttore dei figli del re, il consigliere letterario., torno’ a far parte come personaggio principale di quel circolo di letterati che faceva capo a Rama II.
Sia quando il re compose il suo Ramakian sia nella scrittura del “Khun Chang e Khun Phaen” lo volle sempre vicino, anzi’ al poeta e’ attribuito il merito di aver scritto il primo capitolo di quest’ultima opera.
Un giorno il principe Jesdabodin, il futuro Rama III, voleva presentare l’ultima parte del Sangthon al padre e consulto’ Suthorn Phu chiedendogli consigli. Una cosa e’ certa se si comportava in questo modo voleva dire che teneva il poeta in grande considerazione, se non fosse stato cosi’ non avrebbe richiesto i suoi consigli. Privatamente Suthorn approvo’ il lavoro del principe e gli disse che tutto andava bene. Quando si trovarono di fronte al trono cambio’ idea e lo disse apertamente, rimangiandosi il suo giudizio privato. Il punto in questione riguarda quella parte del Sangthong in cui re Samol o Samuth decide di far sposare le sette figlie.
Il principe aveva scritto:
“Il re desidera che si portasse a compimento il desiderio delle figlie”
al che il poeta: “Cosa desideravano le figlie?”
Il principe fu obligato a cambiare la frase in:
“Il re desidero’ di sposare la figlie”.
Rama II, il re, considero’ corretta la domanda e il giovane principe molto probabilmente la prese come un’offesa personale e se la lego’ al dito. Oggi a noi italiani puo’ sembrare una stupida questione ma pensando all’etichetta dei palazzi reali di allora possiamo facilmente cambiare idea.
La vita di Suthorn Phu sotto il regno di Rama II si svolse tranquilla e quasi senza storia se si eccettua quella letteraria. Si dedicava a dare consigli al re, come abbiamo visto. Per conto propio si dedico’ alla stesura di Lankanawong e di Singhakraiphob, all’inizio del Phra Aphaimani (1821, unico momento in cui gli succede qualcosa, la prigione), del primo capitolo del “Khun Chang e Khun Phaen” ovvero la nascita di Plai Ngarm.
Nel 1824, quando re Rama II muore, il principe Jesdabodin ascende al trono come Rama III. Suthorn Phu si vede privato del titolo e della posizione, deve quindi farsi scudo dell’abito color zafferano e diventa monaco.
E’ questo il periodo piu’ oscuro della vita del Poeta ma e’ anche quello piu’ pieno di eventi sia dal lato umano che letterario, e’ in questo periodo che il poeta scrive le sue piu’ grandi nirat e prosegue il suo capolavoro il Phra Aphaimani.
Rimane monaco per 18 anni dal 1824 agli inizi degli anni ’40 dello stesso secolo, praticamente quasi tutto il regno di Re Rama III (R. 1824 – 1848).
Questo periodo e’ cosi’ buio che ne esistono almeno due versioni differenti.
Che Sunthorn Phu fu bandito da corte non ci piove, ma c’e’ bando e bando.
La prima versione si rifa’ all’opera biografica del principe Damrong Rajanubhad, publicata nel 1922 . Quest’opera ha per lungo tempo influenzato la critica successiva. Secondo il principe Suthurn Phu era una persona normale che non aveva ricevuto una sufficiente educazione e i suoi versi erano da mercato, infatti Suthorn in questo periodo li vendeva. Il poeta aveva poi due vizi: il bere e le donne. Come se cio’ non bastasse era presuntuoso e arrogante e questo gli causo’ il problema con Rama III.
Questa tesi e’ come un pugnale e doppia lama: non ne escono intatti nessuno dei due, ne Suthorn Phu ne’ il re.
Sempre secondo la versione sostenuta dal principe Damong il poeta e’ abbandonato dalle persone di corte e dopo alcuni anni passati a Wat Rajabura comincia a viaggiare e vive in miseria.
E’ solo dopo otto anni che il principe Lankananukhun, un giovane figlio di re Rama III prende contatto con lui e diventa il suo protettore. E’ il periodo in cui Suthorn scrive altri canti del Phra Aphaimani e altri poemi. Nel 1935 il suo patrono muore e Suthorn si ritrova solo. Questo e’ veramente il periodo piu’ triste e infelice della sua vita. Il poeta comincia a vagabondare di luogo in luogo, conduce un’esistenza miserevole con una sola barca come casa e vivendo alla meglio vendendo oggetti e i suoi poemi ogniqualvolta poteva per sopravvivere.
Alcuni critici successivi come Chant Khumvilai e il principe Chand Chirayu Rajani, sostengono una tesi diametralmente opposta per questi Suthorn Phu e’ un grandissimo poeta, paragonabile tranquillamente a Dante o a uno Shakespeare. La loro tesi su questo momento della vita del poeta e’ che ci sono sempre state persone della famiglia reale intorno al poeta. Nei primi anni come monaco e’ la regina Khunthon, moglie di re Rama II che gli affida i due figli piu’ giovani e il poeta scrive per loro una serie di massime chiamate Phleng Yao Thawai Owat quando torna da un viaggio ad Ayutthaya nel 1927.Attorno al 1934 trova un nuovo patrono il principe Lankkhananukhun, che era figlio di re Rama III. Questo gli permettere di prendere di nuovo fra le mani il Phra Aphaimani.
Fra le altre cose e’ in questi anni che Suthorn Phu si dedica all’alchimia, alla magia e alla medicina allo scopo di aumentare la longevita’. Continuare il Phra Aphaimani, dedicarsi alle sue ricerche richiedeva soldi, dove li trovava se nessuno lo proteggeva?
Inoltre anche la principessa Vali era molto interessata al suo principale poema. Questa principessa era la figlia favorita di Rama III. Il re costrui’ per lei Wat Thepthida-ram o il “Tempio dell’Angelica Figlia”. Il tempio fu completato nel 1938 e il poeta fu invitato a risiedervi. Qui ebbe la possibilita’ di completare il Phra Aphaimani e di scrivere il Singhakraiphop per la principessa. Inoltre si chiedono questi critici come pote’ fare un viaggio a Suphan Buri col figlio nel 1841 se in questo periodo non disponeva di mezzi? Un viaggio simile allora era costoso da dove erano usciti quei soldi? Ancora come potevano tutte queste persone, vicino al re comportarsi in questo modo se il bando era stato totale? Infine e’ possibile che un fervente buddhista come re Rama III, avesse scordato una delle massime delle sua religione che e’ il perdono?
Dal 1842 le due tesi tornano ad essere uguali. Suthorn Phu entra al servizio del principe Isaresrangsan, altro figlio di re Rama II.
L’opera letteraria di Suthorn Phu va comunque avanti anche sotto questo regno a parte la serie di massime scritte per i figli della regina Kunthon scrive Nirat Muang Phet, basata su molti viaggi in quel luogo, questa insieme a Nirat Phukhao Thong, e’ considerata fra i suoi migliori lavori in questo genere. Nel 1834, come detto, fa un viaggio ad Ayutthaya e scrive Nirat Wat Chao Fa. Intorno al 1839, quando risiede a Wat Thepthida-ram scrive altri capitoli del Phra Aphaimani e il Sanghakraiphop, oltre a Ramphan Philap “Lamentazioni”.E’ del 1841 Nirat Muang Suphan scritta in occasione del viaggio col figlio a Suphan Buri e nel 1842 in occasione del viaggio al grande stupa di Nakhon Pathom scrive Nirat Phra Pathom. Alcuni critici pensano che tutte le piu’ grandi nirat siano state scritte quando era ancora monaco. Questa e’ certo una delle piu’ grandi fu pensata in un viaggio compiuto come monaco ma fu scitta dopo che il poeta fu uscito dall’ordine, come uomo.
Il principe Isaresrangsan era il fratello piu’ giovane e il preferito del principe Mongkut e quando questi ascese al trono come Re Rama IV nel 1851 fu elevato al rango di Sua Maesta’ Phra Pin Klao e investito di poteri reali. Il principe conferi’ a Suthorn il titolo che gia’ aveva detenuto in precedenza Phra Suthorn Voharn, posizione che il poeta tenne fino alla morte.
E’ in questo periodo che il poeta scrive Swasdi Raksa o “La salvaguardia del benessere”., segui’ una serie di lavori senza ispirazione dato che aveva avuto ordine da re Rama IV di trascrivere le “Cronache Reali” in versi. Torno’ comunque a far salire la sua ispirazione quando si dedico’ a scrivere favole per i bambini di palazzo e canzoni per la danza. Questi lavori non furono scritti per il Palazzo Grande ma per il Palazzo di Fronte o sul Retro, che era la reggia di Phra Pin Klao.
Suthorn Phu spese l’ultima parte della sua vita tranquillamente, insegnando ai giovani della famiglia reale. Era una vita sedentaria che non poteva produrre grandi lavori. Il tempo dei viaggi era finito e cosi’ anche quello delle nirat. Mori’ nel 1855, in data sconosciuta.
Gli scrittori e i poeti successivi mancarono della fantasia del maestro. Si dedicarono per la maggior parte alla rielaborazione di storie jataka. L’elemento fantastico che caratterizzava le sue opere fu perso fino a che novelle nello stile occidentale non cominciarono a essere importate circa un secolo dopo di lui.
Magari Suthorn non era un poeta dallo stile corretto o ornato come scrivono alcuni, sara’ anche vero che non essendo una persona istruita confinava le sue strofe in una forma semplice, molto probabilmente, come dicono altri, aveva un linguaggio poco colto. Cio’ che piu’ conta e’ che quelle strofe sapevano e sanno parlare al cuore delle persone. Forse per questo che il suo lavoro in questa nazione non e’ mai stato e probabilmnte in questa nazione non sara’ mai superato. Col suo cocktail di fantasia, pathos, umore Suthor continua a regnare insieme ad altri grandi di tutto il mondo sulla letteratura.

Suthorn Phu – Bibliografia.
Nirat: Nirat Muang Klaeng, Nirat Phra Bat, Nirat Phukhao Thong, Nirat Wat Chao Fa, Nirat Inao, Nirat Suphan, Nirat Phra Pathom, Nirat Muang Phet.
Storie: Khobutra, Phra Aphaimani, Phra Chaisurya, Laksnawong, Singhatraiphop.
Insegnamenti: Sawatdi Raksa, Pleng Yao Thawai Owat, Supasit Son Ying.
Glon Bot Lakorn: Aphainurai.
Sebha: Khun Chang Khun Phaen (il capitolo I – La nascita di Plai Ngarm), Cronache Reali.
Favole: Chab Raban, Phra Aphaimani, Kaki, Khobutra.
Approfondimenti su Internet.
Links Sunthorn Phu in italiano.
Purtroppo non ci sono o non sono stato in grado di trovare siti in italiano che contengono informazioni su questo poeta tali da meritare una mensiozione. Se qualcuno li conosce e' pregato di segnalarli. Grazie.
Links Sunthorn Phu in inglese.
"Suthorn Phu: il poeta dei Quattro Regni" di Montri Umavijani.
http://members.tripod.com/sakchaip/bookworm/sunthorn/sunthornphu3.html

Dalla scuola thailandese piu' famosa sul web, la Sriwittayapaknam School, tutto ma proprio tutto sulla Thailandia, in questo caso la vita di Suthorn Phu.
http://www.thaistudents.com/literature/sunthornphu.html

Dallo studente thailandese piu' famoso sul web: Panrit "Gor" Daoruang.
http://www.thailandlife.com/sunthorn.html

Da Wikipedia l'enciclopedia libera.
http://en.wikipedia.org/wiki/Sunthorn_Phu

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