mercoledì 5 settembre 2007

Fonti di ispirazione: la vita del Buddha.

Fonti di ispirazione dell’arte thailandese.
Viaggiando in Thailandia si possono vedere diversi lavori d’arte che variano da piccole pitture decorative su panelli dei templi e finestre a larghi dipinti murali, bassorilievi e altorilievi su finestre, pareti, sottotetti o alla base degli edfici. In alcuni luoghi si possono anche vedere fini lavori di intarsio in madreperla, fatti con grade abilita’, come quelli sulla porta di wat Ratchabophit o sul mondop dell’Impronta del Piede di Buddha a Saraburi. Tutti questi lavori d’arte possono essere classificati sulla base del motivo che li ha ispirati nel modo seguente: la vita di Buddha, le storie Jataka, cosmologia buddhista, paradiso e inferno, storie di letteratura non buddhista, divinita’ induiste, materiali diversi da quelli sopra.
La vita del Buddha.
L'uomo he chiamiamo Buddha fu Siddhatha Gautama, il figlio di un raja indiano vissuto circa 623 anni a.C. Nacque fra i Sakya, una casta di guerrieri la cui capitale fu Kapilvatsu, situata nel nord India, in cio’ che e’ oggi il Nepal. Secondo il buddhismo Theravada, professato dai thai, era il quarto di cinque Grandi Maestri Buddha. Gautama Buddha mori’ nel 436 a.C. la dottrina buddhista sostiene che il quinto e ultimo Buddha Maitreya scendera’ sulla terra nel 4457 della nostra era. Suo padre fu il re Suddhodana che governava sopra i Sakya. Sua madre fu la regina Siri Maha Maya, che era figlia di re Anjana dei Koliyas. Tale era la bellezza di questa donna che il nome che le fu dato, Maya, significa “visione”. Possedeva invero numerose altre virtu’ e talenti e aveva il dono di una grande intelligenza e un forte senso di compassione. Re Suddhodana era chiamato “Il re della Legge”, semplicemente per il fatto che governava risettando la legge. Non c’era altro uomo fra i Sakya piu’ onorato e rispettato.La futura grandezza di Siddhatha fu preanunciata alla madre in sogno, questa fu trasportata al lago Anotatta, nelle foreste delle montagne dell’Himalaya da quattro deva, qui un elefante bianco con un fiore di loto sul tronco, dopo aver girato per tre volte attorno al suo letto, entro’ nel suo fianco sinistro e diede origine al Buddha.Il giorno successivo Maya racconto’ tutto il sogno al re che chiamo’ alcuni uomini saggi perche’ gli dessero un significato. Questi gli dissero: “Le vostre maesta’ sono molto fortunate. I deva hanno scelto la regina come madre del piu’ puro di tutti e il figlio diventera’ un essere molto grande.”Era usanza in quei tempi in India andare a partorire nella casa del padre e la regina fece la richiesta al re che subito acconsenti’. La regina lascio’ Kapilvatsu dirigendosi verso la capitale del regno del padre con un gran seguito di soldati e attendenti. Per la strada verso Kolya passarono per un giardino chiamato Parco Lumpini. La regina ordino’ di fermarsi per un po’ di tempo e li ai piedi dell’Himalaya nacque il bambino. Leggende dicono che la madre mori’ quando lui aveva solo una settimana e che fu cresciuto dalla zia.Fu allevato nel sontuoso stile regale isolato dal mondo esterno e gli furono insegnate le lingue, a leggere, a scrivere, matematica, storia, geografia, scienze nonche’ le arti marziali. Come giovane principe protetto e soddisfatto dovette imparare tiro con l’arco e a andare a cavallo. Poteva essere il piu’ felice degli uomini, questo non fu invece il suo destino. Si sposo’ a 16 anni con sua cugina, col sistema degli arrangiamenti, usanza non ancora completamente scomparsa specie nelle campagne dell’India. Ebbe un figlio. C’e’ un bel capitolo nelle Suttanta Pitaka, l’equivalente buddhista dei canti cristiani, che racconta delle sue prime escursioni fuori delle mura del palazzo. Lui e il conducente del carro, Channa, passarono vicino a un gruppo di persone radunate attorno a una pira funebre. Il principe chiese di cosa si trattava e il conducente gli spiego’ della morte e di come questa sia la fine di tutti gli esseri umani. In un’altra uscita vide un uomo malato arrancare lungo una strada e in un’altra un uomo stanco e anziano, cosi’ imparo’ su malattie e infermita’ dell’eta’ anziana.Impressionato e triste si ritiro’ nel suo palazzo a riflettere perche’ l’uomo fosse destinato a sopportare questi dolori. La nascita, comincio’ a pensare, non e’ un piacere ma anzi e’ una faccenda pericolosa, venire estratto dal protettivo e caldo ventre della madre e portato in un piu’ ostile e freddo mondo. I saggi del palazzo non seppero rispondere a tutte le sue domande in modo soddisfacente. A dispetto del fatto che poteva avere il meglio di tutto cio’ che esisteva al mondo la sua situazione non lo soddisfaceva. Imparo’ i lati oscuri della vita: la crescita, il lavoro, le privazioni, la perdita, l’incertezza della malattia, la morte.“Nascita, vecchia, malattia e morte” furono i quattro temi che il Buddha trovo’ produttivi di dukkha, parola pali che indica ogni cosa che noi troviamo insoddisfacente, qualsiasi cosa che non ci soddisfa. Non e’ la cosa esterna che e’ dukkha e’ il nostro sentire su quella.In un’altra occasione uscendo da palazzo, il giovane principe vide un uomo procedere con falcata energica, in apparenza pieno di salute ed energia, col viso che emanava felicita’. Il principe chese chi fosse. La guida del carro rispose: “Quell’uomo gironzola dalle case dei ricchi ai luoghi dei senzatetto, e’ un mendicante religioso”. Aggiunse che quell’uomo aveva trovato risposte soddisfacenti alle domande del principe riguardanti la vita e cio’ che concerne le malattie, la nascita, la vecchiaia e la morte. Questo impressiono’ fortemente il principe Siddhatha. L’idea di questo bikkhu, cosi’ e’ chamato un religioso pellegrino in India, si impresse in lui fino a che decise di lasciare la casa per cercare la verita’ con insegnanti che potessero autarlo a sviluppare una piu’ accettabile conoscenza della vita. La luce serena che aveva visto sul viso del religioso sarebbe stata la sua guida.Il re aveva dato una gran festa per celebrare la nascita del nipote Rahula . Erano stati invitati i migliori musicisti e ballerini di tutto il paese, furono serviti i cibi piu’ squisiti. Ma Siddhartha era annoiato e cadde addormentato. Quando gli artisti videro questo si fermarono e andarono a dormire. Il principe si sveglio’ durante la notte e rimase scioccato nel vedere quelle persone dormire. Tutte quelle belle e affascinanti ragazze che avevano ballato, i migliori cantanti e musicisti, i migliori artisti del paese che poche ore prima avevano reso il principe quasi felice erano ora sul pavimento della stanza nelle piu’ brutte, vergognose e sconcie posizioni. Alcune di quelle persone erano simili a maiali con la bocca aperta, alcuni digrignando i denti simili a demoni arrabbiati. Questo cambio di apparenze rese il principe ancora piu’ disgustato e infelice. Lascio’ la stanza si reco’ da Channa e gli ordino’ di sellare il suo cavallo era pronto per partire. Siddhatha diede un caldo addio alla moglie e al figlio dormienti e fuggi’ di notte da palazzo, non avrebbe mai piu’ fatto ritorno. Passo’ col suo cavallo preferito la foresta e raggiunse il fiume che segnava i confini del regno del regno del padre. Qui diede i suoi pesanti gioielli a un compagno, disse addio al suo cavallo, si taglio’ i capelli, indosso’ umili panni e armato di una ciotola da elemosina divenne asceta errante.L’India religiosa di 2500 anni fa aveva due grandi divisioni. Alcuni praticanti si sottoponevano a austerita’ fisica per dominare il desiderio della carne, tormentavano e fustigavano se stessi. Questo tipo di pratica si puo’ vedere ancora oggi in tutta l’India. Alcuni chiamano questa scuola “Letto di chiodi”. L’ex principe segui’ insegnanti di questa scuola di pensiero fino a che ridusse il corpo a un sacco di ossa. L’ex principe si mise alla ricerca di maestri, asceti, filosofi con cui studio’ e pratico’ esercizi religiosi. Per sei anni si astenne dal mangiare cibo e inflisse a se stesso tutte le punizioni corporali possibili, nella speranza che abnegazione e dolore arrivassero a fornirgli la chiave della sua esistenza. Si fustigava dato che allora si pensava che questo fosse uno dei mezzi mgliori per acquisire forza di spirito. Il suo corpo divenne magrissimo e le sue gambe sembravano canne si bambu’, In questo periodo fu conosciuto come Gotama, l’asceta. Segui’ questa strada con cinque amici che anche aveva lasciato il palazzo e una vita di lussi per divetare asceti: Kondanna, Bhaddiya, Vappa, Mahanama and Assaji. Poi decise che questa scuola portava solo a debolezza, malattie e morte.L’ex principe cesso’ il digiuno e incontro’ una donna di nome Sujata, figlia di un nobile. La donna gli preparo’ una deliziosa zuppa in una ciotola d’oro. Alla fine del pranzo Sujata gli regalo’ la ciotola. Siddhatha la affido’ alla corrente di un ruscello chiedendo che risalisse la corrente e che cio’ rappresentasse un segno del suo destino di Buddha. Cosi’ fu.Gautama abbandono’ la scuola della sofferenza e si uni’ a quella che rappresentava l’altro grande ramo della religione indiana: la scuola della meditazione. Gli uomini e le donne appartenenti a questa scuola tentavano di liberare le loro menti con lunghi periodi di riflessione interiore. Alcuni chiamano questa scuola “studio degli ombellichi” o la “Via di Mezzo”. La pratico’ finche’ ottenne lo stesso livello dei suoi insegnanti. Poi li saluto’ e continuo’ a praticare per conto suo. Questo diede maggiori frutti. Lentamente dopo molti gorni e notti raggiunse quella che i buddhisti chiamano la “Grande Illuminazione” e ottenne tutte le sue risposte.Comincio’ allora a riflettere sulla possibilita’ di accedere subito al nirvana o di rimanere sulla terra a predicare la verita’ trovata. Brahma e altre divinita’ scesero dal paradiso per chiedergli di diffondere il suo insegnamento. Buddha immagino’ allora un piccolo lago paludoso. In esso alcuni fiori di loto giacevano immersi nel fango. Altri galleggiavano in superficie e altri ancora si ergevano sopra il livello dell’acqua. I primi erano paragonabili alle persone affondate nel male, per loro nessuna salvezza era possibile. I fiori sopra il livello dell’acqua erano le persone che non hanno bisogno di aiuto. Restavano i fiori che galleggiavano in superficie, cioe’ le persone che stavano lottando contro il male, incerte pero’ in questa lotta su come raggiungere il loro fine. Per loro Buddha decise di rimanere sulla terra e tenne il suo primo sermone nel parco dei Cervi di Sarnath. Lo tenne ai cinque discepoli che lo avevano seguito per i sei anni della sua ascesa. A loro spiego’ la sua dottrina rappresentata da una ruota che prese il nome di Dammachakra mudra o “Il moto della Ruota della Legge”.La concezione della vera natura della vita gli divenne chiara gradualmente e divenne la base di cio’ che piu’ tardi organizzo’, scrisse e insegno’ in tutta l’India per il resto della sua vita.La madre del Buddha era morta sette giorni dopo la nascita del figlio ed era entrata in paradiso come dea. Buddha sali’ in paradiso e vi passo’ la stagione dei monsoni predicando la sua parola alla madre e alle altre creature, quindi torno’ sulla terra.Quando raggiunse l’eta’ di 80 anni, dopo aver convertito molta gente fra cui il figlio Rahula, Buddha fu di nuovo tentato di dimenticare il genere umano e di entrare nel Nirvana. Ma seppe resistere e continuo’ a predicare ancora per tre mesi.Un giorno un maniscalco di nome Chunda gli servi’ un pezzo di carne di maiale avariata. Buddha, pur rendendosi conto che era guasta, ne mangio’ una parte. Subito dopo si ammalo’. Ai discepoli che erano arrabbiati con Chunda Buddha spiego che come la zuppa di Sujata gli aveva permesso di arrivare all’illuminazione la carne di Chunda gli dava accesso al Nirvana. Sebbene infermo Buddha viaggio’ fino a Kusinara, qui chiese a Ananda, il capo spirtuale dei suoi discepoli di preparare un letto fra due alberi, dopo aver risposto a molti quesiti sulla sua dottrina e dopo un ultimo sermone si stese su un fianco, la parte superiore del corpo sorretta dal gomito e la testa appoggiata alla mano. Lascio’ cosi’ questo mondo tranquillamente.I numerosi eventi della vita del Buddha di cui sopra, sono rappresentati nei templi di Bangkok e in quelli sparsi in tutta la Thailandia, per menzionarne alcuni:- Dipinti in cui si vede un Maha Rishi, grande saggio o eremita, rendere omaggio al neonato principe Siddhatha dopo che ha notato che l’infante ha tutti tratti e le caratteristiche del Grande Uno (Maha Purissa).- Dipinti che rappresentano le quattro simboliche visioni – un uomo anziano, un uomo malato, un morto, un monaco - che il principe vide mentre percorreva la strada che portava al parco del palazzo. Le visioni gli fecero decidere di lasciare tutte le ricchezze e diventare monaco.- Dipinti che rappresentano il principe disgustato dopo aver trovato i ballerini, i cantanti, gli attori che avevano partecipato alla festa in onore della nascita del figlio sguaiati come maiali.- Dipinti che rappresentano la scena in cui il principe decide di farsi monaco, da’ un’ultima occhiata alla moglie principessa Yasothara e al suo unico figlio Rahula, che si trova fra le braccia della madre, entrambi dormono profondamente.- Dipinti che rappresentano il principe Siddhatha a cavallo, accompagnato dall’attendente Channa, lasciare il palazzo per vivere in solitudine come monaco.- Dipinti che rappresentano il principe Siddhatha che si taglia i capelli entrando formalmente nel monacato.- Dipinti che rappresentano il principe Siddhatha che tormenta se stesso nel tentativo di ottenere l’illuminazione.- Dipinti che rappresentano lady Suchada o Sujata che offre mathupayasa, riso cotto in miele, non molto tempo prima dell’Illuminazione, quando egli decide di prendere di nuovo pasti regolari dopo un lungo periodo di rigido digiuno.- Dipinti che rappresentano Mara, lo spirito demone, che prova a distrarre il principe Siddhatha poco prima che egli ottemga l’illumazione.- Dipinti che rappresentano Buddha in meditazione mentre cammina, dopo aver ottenuto l’illuminazione.- Dipinti che rappresentano la scena del Primo Sermone quando Buddha predica a cinque discepoli (Panjavakki).- Dipinti che lo rappresentano discendere dal paradiso dopo aver pregato sua madre (una scena conosciuta come Devorohana).- Dipinti che rappresentano Buddha reclinato fra due alberi Sal poco prima di entrare nel nirvana.- Dipinti che rappresentano la cremazione di Buddha con il brahmino Tona che divide e distribuisce le ceneri a re che chiedono reliquie religiose.Statue di Buddha si trovano in ogni tempio in Thailandia, una semplice occhiata da’ l’impressione che esse sono simili nel disegno e ci sono, come per i dipinti, poche indicazioni per quanto riguarda l’artista. Esse furono scolpite da scultori buddhisti che per secoli riprodussero la descrizione del Buddha come si trova nei testi buddhisti. Obligati dalla tradizione gli scultori costruirono un vocabolario di simbolismo che puo’ essere facilmente capito dai pellegrini.Guardando comunque attentamente queste immagini si nota che mostrano un buon numero di posizioni del corpo e delle mani, conosciute come mudra, che simbolicamente rappresentano importanti eventi della vita del Buddha. Le immagini di Buddha sono generalmente in quattro posizioni: sedute, in piedi, in cammino e reclinate. La posizione in camino, raramente impiegata, eccetto che dalla scuola di Sukhothai, rappresenta la discesa del Buddha dal paradiso sulla terra. La posizione reclinata, anche rara, e’ impiegata in immagini molto grandi per mostrare l’esatto momento dell’entrata del Buddha nel Nirvana. Le posizioni in piedi e seduta suno spesso determinate dal mudra. Per esempio, le immagini di Buddha in piedi possono mostrare Buddha benedicente o che sottomette forze demoniache. Le immagini di Buddha seduto possono rappresentare ogni importante evento della vita del Buddha, ancora indicato dalla posizione delle mani.

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