giovedì 6 settembre 2007

Fonti di ispirazione: racconti, miti, spiriti, folclore.

Altre fonti che hanno influito sulle arti, e non solamente sulla letteratura, sono racconti, miti, storie di spiriti che sono collegate al folclore.Una suddivisione dei racconti potrebbe essere la seguente:
1) Storie chakchak wongwong sono quelle storie che riguardano le avventure di un eroe in una terra immaginaria. Si possonop paragonare a per trovare un parallelo nel mondo occidentale all’Odissea, a alle avventure di Peter Pan, ai viaggi di Gulliver, ecc… Rientrano in questo gruppo le storie di Khun Chang e Khun Phaen, il Phra Low, l’Inao, il Phra Aphaimani, il Sangthong, ecc…
2) Le storie Jataka che raccontano le precedenti vite di Buddha e di cui si e’ gia’ parlato sopra.
3) Storie di Siang Muang, sono storie caratteristiche del nordest che si sono diffuse un po’ in tutta la Thailandia, in esse si mettono in evidenza sentimenti antisociali di odio e discontento a causa dell’isolamento politico, economico e sociale. Siang Muang diventa Srithanonchai nella zona centrale e Chiang Miang a nord.
4) Storie haw pow che raccontano le difficolta’ di raggiungere un ideale modo di vita sociale specialmente per monaci che hanno avuto una precedente moglie. Tipiche di questo gruppo sono storie come Hua Paw Khaw Mao e Hua Paw Makham Wan.
5) Altre storie che non rientrano fra quelle sopra. Esempi in questo gruppo sono storie o favole di animali, simile alle occidentali favole di Esopo, oppure storie simili a quelle di Cenerentola o ancora quelle sulla trama della “Bella e la Bestia”, che trattano l’amore fra un essere umano e un’altra creatura. Tra queste da ricordare “La storia del serpente bianco” che appartiene anche alla tradizione cinese e giapponese.
Riguardo ai miti, a differenza di altre culture, hanno poca importanza in Thailandia i miti sulla creazione. La Thailandia e’ un paese buddhista e i buddhisti non credono in un dio come creatore. Ci sono comunque antichi miti sulla creazione che risalgono a un periodo antecedente all’adozione da parte dei thai del buddhismo come religione. Si possono raggruppare in tre gruppi: miti di Pu Sangasa – Ya Sangasi, miti di Pu Thaen e miti degli angeli e del suolo fragrante.Vista la struttura economica della societa’ thailandese che e’ sempre stata agricola e in modo particolare risicola e’ naturale l’importanza che i miti su Mae Pho Sop hanno nella nazione. Nel ciclo della coltivazione del riso l’agricoltore una volta dipendeva da un processo soprannaturale che richiedeva cerimonie nelle diverse fasi della coltivazione. Alcuni di questi riti sopravvivono ancora oggi, basti pensare alla cerimonia dell’aratura.Una delle frasi piu’ comuni che si puo’ sentire in Thailandia e’: “Non credo negli spiriti ma ne ho paura”. Non e’ forse cosi’ anche in occidente? Chi di noi ammetterebbe tranquillamente la presenza degli spiriti? Ma quanti rimangono affascinati dai romanzi o dai racconti di Stephen King o vanno a ricercare i vecchi film di Dario Argento? La Mondadori non ha forse accanto ad Urania una collana che si occupa di racconti dell’orrore?Magari gli spiriti thailandesi hanno altri nomi, si presentano in forma diversa sono piu’ considerati e hanno bisono di mangiare ma per quanto detto sopra non sono qualcosa su cui si debba scherzare.

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